Parte del branco

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    hbLlm
    Il branco si era stanziato in una zona ricca di grotte del bosco, dove fosse possibile trovare rifugio per coloro che non avevano un'abitazione stabile o semplicemente avevano scelto di passare tutta la loro giornata in mezzo ai loro simili. Benché non fossi che una guida, senza alcuna autorità di comando, per la mia età, per il mio vissuto, per la mia esperienza e per la mia stazza come lupo, tutti mi consideravano l'alfa. Tuttavia il branco era composto da validi elementi, persone che, ero certo, non avrebbero mai tradito la mia fiducia o quella degli altri. Sfortunatamente molti validi guerrieri non erano altrettanto bravi a relazionarsi con gli altri, motivo per cui non era ancora venuto fuori un altro leader a prendere il mio posto. Il mio status però non mi pesava, era il mio obiettivo tenere in vita quanti più Lycan possibile e, grazie al branco, potevo tenerli al sicuro.
    Avevo in mente qualcuno che potesse occuparsi della cucciola, un soldato che aveva esperienze in battaglia quasi quanto me, avendomi affiancato molte volte e altrettante avendo incrociato le lame con il sottoscritto.
    Una volta giunti in prossimità del nostro territorio, venimmo accolti da alcune sentinelle. Stavano sugli alberi ma, per chi sapeva della loro presenza, non erano difficili da individuare. Mi scoprii il volto e incrociai lo sguardo con loro, così che sapessero chi ero veramente. Con deferenza mi lasciarono passare mentre lanciavano occhiate interessate alla cucciola. Nel branco ci sarebbe stato sicuramente chi avrebbe provato ad approfittarsi di lei, della sua inesperienza, ma per fortuna l'uomo che avevo in mente amava la battaglia molto più che le donne, cosa che lo rendeva perfetto.
    Ben presto cominciarono ad apparire molte più persone, donne, bambini, uomini, costruttori, falegnami, alcuni addirittura andavano in giro solamente nella forma di lupo. Il branco era l'unione di diversi credi, diverse ideologie e religioni, l'unica cosa che teneva insieme tanti individui diversi era il bisogno di appartenere a qualcosa, in un mondo che li detestava e li cacciava solo per la loro natura.
    Raggiunto il centro del piccolo villaggio che i Lycan avevano messo su, fatto di capanne e grotte, sacchi a pelo, rifugi fatti al meglio e così via, mi schiarii la voce, abbastanza perché tutti potessero sentirmi.
    -Fratelli, quest'oggi diamo il benvenuto ad una nuova compagna, come molti di voi potrebbero facilmente notare è una cucciola e necessita di essere addestrata, benché molti di voi potrebbero svolgere questo compito con perizia, credo che il più adatto di tutti sia Garrett-
    Alle mie parole seguì soltanto il silenzio. Il grande cerchio che si era formato intorno a noi non comprendeva la persona che stavo chiamando, evidentemente era altrove.
    Stavo per dire di andarlo a cercare quando, dal cielo, cadde un giovane ragazzo, uno degli ultimi arrivati nel nostro branco. A guardarlo si capiva che era stato malmenato e che aveva volato per parecchi metri a seguito di un colpo ben messo. Il cerchio si aprì nella direzione in cui era arrivato, rivelando un uomo che avanzò silenziosamente. Lo sguardo del guerriero nei suoi occhi mi fece capire subito chi fosse.
    -Vacci piano Garrett, non sono che cuccioli-
    Lo rimproverai mentre aiutava a rialzare il suo allievo.
    -Il nemico non ci andrà piano, deve essere preparato a dovere-
    Benché i suoi metodi fossero decisamente fuori dalla norma, Garrett era in grado di addestrare al combattimento chiunque, rendendolo un formidabile guerriero.
    -Riprenderai con lui più tardi, adesso ti devo presentare la tua nuova allieva-
    Dissi facendo spazio a Monica
    -Prenditi cura di lei, è una cucciola sotto l'anno di vita, quindi usa i guanti-
    Dissi semplicemente mentre si faceva avanti, prendendo la mano della giovane e baciandola.
    -La mia spada è al vostro servizio giovane lady-
    Dal modo in cui parlava, si risaliva alle sue origini inglesi, motivo per cui l'utilizzo del termine lady e il suo modo di fare educato, probabilmente di altri tempi.
    Nel frattempo l'attenzione del branco tornò alle sue solite attività, motivo per cui rimanemmo solo noi tre.
     
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    Seguivo Lucian silenziosa. Un po per il suo aspetto e un po perché semplicemente non avevo nulla da dire. Due sentinelle poste sopra gli alberi ci fecero passare dopo aver riconosciuto il volto di Lucian e inevitabilmente spostarono poi gli occhi su di me. Si si, ero una novellina. Feci una smorfia banale e nessun saluto e proseguii dietro l'uomo.
    In quel punto del bosco vi erano molte grotte dove sicuramente dimoravano alcuni dei lupi del branco. Ci fermammo lasciando che tutti coloro che erano presenti si raccogliessero intorno a noi. Mi squadravano dalla testa ai piedi recependo in anticipo il messaggio che Lucian stava già dando loro. Alzai curiosa un sopracciglio quando pronunciò il nome di Garrett. Immediatamente fiondai lo sguardo tra la folla in cerca dell'uomo che si sarebbe fatto avanti, ma nessuno parlò. Perché non era li in mezzo? Non feci neanche in tempo di pensare altro, che qualcosa, anzi qualcuno, precipitava al suolo come un sacco di patate lanciato in aria. Ma che diavolo... sbalordita e senza parole fissai il ragazzo sdraiato per terra. Che qualche nemico lo avesse attaccato?
    Scrollai le spalle fissando l'uomo a cui tutti facevano spazio. Ecco il famoso Garrett l'uomo che mi avrebbe dovuta addestrare... Guardai il ragazzo che ormai si stava rialzando con il suo aiuto. Era saggio anche lui a giudicare dalla risposta che diede a Lucian, ma non pensavo ci saremmo trovati molto d'accordo se avesse adottato lo stesso approccio con me. Mi feci avanti con passo deciso quando cominciò a parlare di me.
    Mi irrigidii quando le sue labbra baciarono il palmo della mia mano. Nessuno mai mi aveva trattata in quel modo, con così garbo e gentilezza. A quel punto non sapevo come comportarmi Si, grazie mille. Spero andremo d'accordo... dissi spostando lo sguardo sul giovane rimasto indietro.
    Intanto tutti si dispersero tornando alle loro faccende lasciando noi tre a discutere.
    Ringraziai mille volte Lucian nei miei pensieri per la raccomandazione che fece a Garrett. Sorrisi a malapena mentre pensavo a cosa quell'uomo mi avrebbe preparato.
     
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    Garrett fu lieto di poter essere utile e, dopo aver ricevuto il saluto di Monica, si congedò da Lucian
    -Sarà meno cucciola entro la fine della giornata-
    Il tono in cui lo disse fu, in un certo senso, esperto e professionale. Sicuramente Garrett era abituato ad addestrare e lo si vedeva dalla mancanza di incertezza nelle sue parole. Preso il sentiero che conduceva fuori dal piccolo accampamento lycan, Garrett non si voltò neanche una volta per assicurarsi che Monica lo stesse seguendo eppure avanzava con passo sicuro, come se non potesse metterlo in dubbio. Dopo un lungo cammino la cucciola si rese conto di essere fuori dal territorio del branco, in una zona isolata dove soltanto la natura aveva il controllo. Garrett si fermò e si voltò
    -Cominciamo con qualcosa di semplice. Possediamo dei sensi più sviluppati degli esseri umani e per questo possiamo fiutare piste lunghe diversi chilometri, possiamo vedere di notte e possiamo sentire cosa si dice lontano da noi. Non è tutto, siamo molto veloci anche in forma umana e molto forti, l'ideale per sopravvivere quando si è da soli-
    Detto ciò si avvicinò a Monica, mettendole una mano sulla guancia
    -La nostra temperatura corporea è più alta rispetto agli altri esseri umani e abbiamo un tatto più sviluppato, motivo per cui ogni minimo contatto con la pelle viene percepito molto più grande, quando siamo trasformati il pelo permette di rendere più lievi gli effetti di questa caratteristica-
    Sicuramente Monica avrebbe percepito la carezza come una vera e propria coccola, motivo per cui non sarebbe potuta rimanere indifferente. Garrett si allontanò poco dopo
    -Come avrai già notato, il nostro istinto animale esercita un forte influsso su di noi, motivo per cui sentiamo tutti i bisogni umani amplificati. Solo i lupi più anziani riescono a tenere a freno i propri istinti, non ti preoccupare se vedi o fai qualcosa che normalmente considereresti sconveniente. Con il tempo imparerai a convivere con la nuova te stessa-
    Detto ciò si tolse la giacca, buttandola per terra, seguita poi dalla maglietta e dalle scarpe. Rimasto soltanto con i jeans addosso, si sporse leggermente in avanti
    -I vestiti sono scomodi durante il nostro combattimento, i nostri piedi percepiscono meglio il terreno se nudi e hanno una maggior presa-
    Disse facendo un piccolo scatto e saltando su un albero, per poi scendere immediatamente.
    -Credo che per il momento la teoria basti, fammi vedere se riesci a fare la stessa cosa che ho fatto io-
     
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    Fui davvero lieta di sentire quelle parole dato che, da quando mi ero trasformata, non aspettavo altro che diventare più matura e consapevole di quella che ero adesso.
    Garrett stava già facendosi strada, ma prima di proseguire girai lo sguardo verso Lucian guardandolo fisso negli occhi Grazie... dissi sommessamente accompagnandolo con un cenno del capo. Ero davvero grata a Lucian, e non mi sarei dimenticata di quel gesto fino a che avrei avuto vita. Mi voltai ad osservare la figura di Garrett che camminava a passo sicuro verso... Dove mi voleva portare? Lo seguivo a distanza di pochi metri, e notavo come ci stavamo man mano allontanando dalla zona abitata e frequentata dal branco. Arrivati ad uno spiazzo Garrett si voltò verso di me cominciando a parlare e ad informarmi sulle capacità dei Lycan, notizie che non mi erano sconosciute dato che le avevo già sperimentate e provate.
    Quello che invece non avevo mai provato era la sensazione che provai quando l'uomo poggiò la sua mano nella mia guancia. Chiusi gli occhi per qualche secondo e sentii le palpitazioni del cuore aumentare, uno strano calore mi invase dentro travolgendomi completamente. Scioccata e basita da quel che quel tocco aveva provocato, annuivo alle parole di Garrett dandogli tutta la ragione del mondo Capisco che vuoi dire! dissi allora portandomi la mano alla guancia e mettendola dov'era quella di Garrett poco prima. Lottavo adesso contro un istinto che andava contro i miei stessi principi... più guardavo Garrett, più il calore che sentivo prima aumentava. Tentavo di ricompormi sperando che il tutto fosse invisibile agli occhi dell'uomo, e strinsi i pugni cercando di pensare e riflettere sul discorso che stava facendo:
    CITAZIONE
    -Come avrai già notato, il nostro istinto animale esercita un forte influsso su di noi, motivo per cui sentiamo tutti i bisogni umani amplificati. Solo i lupi più anziani riescono a tenere a freno i propri istinti, non ti preoccupare se vedi o fai qualcosa che normalmente considereresti sconveniente. Con il tempo imparerai a convivere con la nuova te stessa-

    Come dargli torto dato che proprio adesso stavo cercando di controllare un comportamento che risultava assolutamente disdicevole persino per me stessa?
    Per di più, cominciò a togliersi maglietta e scarpe rimanendo così a torso nudo di fronte a me. A quel punto ero assolutamente sconfortata... Il fatto che nella mia vita non avevo mai avuto rapporti di alcun genere con gli uomini e con i ragazzi della sua età, influiva piuttosto negativamente ora che avrei dovuto farci i conti per, quasi sicuramente, tutta la vita. E tutta la vita per le creature come noi, era un tempo assai indefinito, ma speravo vivamente che c'avrei fatto l'abitudine!
    Garrett poteva aver ragione sul fatto che i vestiti risultavano scomodi nel combattimento, ma se si aspettava che mi sarei tolta i vestiti, sarebbe rimasto deluso. Con un agile e rapido salto, salì su un albero per poi scendere con la stessa velocità con cui era salito.
    Dovevo provare? Finalmente la teoria era finita.
    Lo guardai per qualche secondo e poi concentrai l'attenzione sull'albero. Presi quindi un bel respiro e dopo due rapide falcate, mi diedi lo slancio per salire sull'albero. Ero arrivata ad un punto abbastanza alto dell'albero, ma non ero riuscita ad arrivare in cima. E ti pareva... pensai, dato che sapevo già che andava a finire in quel modo. Con un altro slancio mi portai in cima all'albero osservando per qualche attimo il panorama, e poi scesi con un balzo mettendomi a poca distanza da Garrett guardandolo con uno sguardo scettico Come sono andata?
     
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    La cucciola si stava comportando discretamente, abbastanza da permettere a Garrett di sorridere. Fino a quel momento si stavano ancora occupando dell'abc ma, se non altro, i riflessi e le capacità fisiche erano perfettamente nella norma, cosa che avvantaggiava il tutto. Riuscì ad arrivare in cima all'albero in due tempi, si poteva migliorare ma per il momento era meglio proseguire con la lezione
    -Molto bene, avresti potuto far meglio togliendoti le scarpe, però direi che il risultato è soddisfacente-
    Disse Garrett applaudendo, mantenendo l'aria da austero maestro che aveva assunto fin da quando era iniziata la loro lezione. Tuttavia il vero motivo per cui la cucciola non era riuscita ad attingere pienamente ai suoi poteri era che, in realtà, non aveva ancora sincronizzato la sua nuova natura con quella vecchia. Aveva paura del suo corpo, non riusciva a fare le cose con naturalezza, usava troppo il cervello. Fin da quando il lupo aveva toccato la cucciola, l'odore della seconda era cambiato profondamente, ma queste erano considerazioni da lupo anziano.
    -Concentriamoci ora su qualcosa di diverso, sicuramente la parte più difficile per una cucciola trasformata-
    Disse mentre si appoggiava al tronco di un albero.
    -In noi convivono due nature, residui della nostra natura umana e la nuova realtà come lupi. Viste separatamente sono limitanti per i tuoi poteri, ti distraggono, ti rendono debole, ti lacerano dall'interno sulle scelte da prendere e non ti portano da nessuna parte. Dovrai dimenticare cose come la morale, l'etica, il libero arbitrio. La verità è che i lycan devono prima abbandonare tutta la loro umanità prima di riscoprirla, ricostruendola sulla loro nuova personalità. Coloro che nascono lycan hanno una natura bivalente, noi ne abbiamo due da unire. Per questo motivo il tuo prossimo esercizio sarà immergerti completamente nella tua natura di lupa pur restando fisicamente umana. Questo procedimento non è per nulla facile all'inizio ma, per fortuna, molto tempo fa è stata trovata la soluzione al problema-
    Disse tirando fuori una piccola pipa dalla tasca del giubbotto che indossava prima.
    -Non so se tu abbia mai fumato ma, ti posso assicurare che niente è mai stato come l'erba dell'oblio-
    Disse accendendola
    -Sarà molto semplice, ti devo chiedere di sederti perchè potrebbe girarti la testa nelle prime volte. Questa sarà sicuramente l'esperienza più incredibile dopo la tua trasformazione. Quando ti sentirai pronta prendi un bel tiro di questa, inspira ed espira profondamente, lascia che ti pervada. All'inizio potrà sembrarti difficile ma in seguito non ti sentirai più la stessa-

    Allora, ti spiego a lato pratico cosa succederà. Quando e se deciderai di fare questo esperimento in un primo momento ti girerà la testa, in seguito comincerai a smettere di ragionare come un'umana, facendo fuoriuscire in tutta la loro bestialità tutti gli istinti del lupo. I vestiti ti daranno fastidio, comincerai a camminare a 4 zampe e comincerai ad usare realmente tutti i sensi a piena potenza. Dimenticherai tutti i problemi della Monica umana e ti concentrerai solo sugli istinti
     
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    Per quanto mi riguardava ero partita con il piede sbagliato, in tutti i sensi. Mentre pensavo che partendo con il destro avrei potuto ottenere un maggiore slancio, Garrett mi applaudiva dicendo che senza scarpe l'esercizio sarebbe riuscito meglio. E non aveva tutti i torti, forse almeno quelle avrei potuto levarle...
    Dopo qualche secondo di pausa l'uomo ricominciò a parlare accennando ad una parte difficile che avrei dovuto affrontare Va bene, vediamo di che si tratta... dissi mentre seguivo ogni movimento dell'uomo e mentre ricominciava a parlare approfondendo le parole di poco prima. Era incredibile come il corpo ed i muscoli di Garrett diventarono come una calamita per i miei occhi che forzavo a puntare nei suoi. Non riconoscevo più il mio comportamento dato che mai in vita mia non mi ero saputa controllare in qualcosa. Annuivo alle sue parole seppur con riluttanza mi stavo già facendo un idea di cosa sarebbe successo di li a poco.
    CITAZIONE
    La verità è che i lycan devono prima abbandonare tutta la loro umanità prima di riscoprirla, ricostruendola sulla loro nuova personalità.

    Mossi la testa lateralmente come per realizzare che quello era l'esercizio che mi spettava. Lo confermarono, infatti, le parole di Garrett subito dopo. Dovevo quindi perdere il controllo di me stessa? Dovevo accecare completamente la mia razionalità per diventare in tutto e per tutto un animale? Le cose che mi frenavano all'idea di quell'esercizio erano principalmente due: il fatto di abbandonarmi a me stessa e alla mia natura animale e il non saper riuscire a controllarmi dal compiere azioni del tutto sconvenienti; e la paura di combinare qualche guaio essendo senza alcun controllo. Tuttavia c'era pur sempre Garrett a controllarmi e poco ma sicuro non era la prima volta che compieva questo "rito"... Ma ero li, nel territorio del branco, nel bosco con un Lycan che poteva insegnarmi a passare questa fase iniziale che stavo passando, e poteva farmi diventare abbastanza matura e pronta per affrontare un eventuale battaglia che, a parer mio a Bordeaux, era imminente. Proprio per questi semplici, ma più che validi motivi, decisi che non poteva essere il momento per abbandonare l'occasione di crescita che aspettavo da quando ero trasformata!
    Garrett uscì poi, fuori dal giubbotto, una pipa, menzionando poi quella che avrei dovuto fumare... la chiamava l'erba dell'oblio, e a giudicare dal nome mi ero già fatta un idea precisa di quali dovevano essere i suoi effetti. Non avevo mai fumati prima d'ora, quindi quella sarebbe stata la prima volta Mai fumato in vita mia dissi mentre accendeva la pipa e nuovamente ricominciava a parlare. Dalle sue parole doveva essere qualcosa di forte che prendeva la testa... Mi sedetti togliendomi le scarpe e prendendo in mano la pipa che tenevo per ora a debita distanza dal viso.
    Quando finì di parlare lo guardai dritto negli occhi per qualche secondo, subito dopo, poi, spostai lo sguardo sulla pipa e sul fumo che usciva da essa Non mi sentirò più la stessa eh?! dissi dando voce ai miei pensieri. Ingoiai un improvviso groppo che mi si creò in gola per la tensione di quel momento, chiusi gli occhi convincendo me stessa che quello che stavo per fare era la cosa migliore per me, feci un respiro profondo e aprii gli occhi Ora o mi più! pensai portandomi subito la pipa alla bocca. Seguendo quel che Garrett mi aveva detto, inspirai un lungo tiro sentendolo scendere giù per la gola e su per la testa, facendomi provare un forte giramento di testa che durò per qualche minuto anche dopo averlo espirato. Mi pervase una sensazione di benessere interiore mai provata prima ed una scintilla di rabbia improvvisa si accese da qualche parte. Una rabbia sempre crescente che sentivo il bisogno di sfogare su qualcosa o qualcuno. Gettai la pipa dietro di me conficcandola ad un albero, mi alzai in piedi nel tentativo di camminare ma non riuscivo ancora a stare in piedi. Sentivo un ringhio profondo che cercava sfogo dentro di me e cui effettivamente diedi vita subito dopo. Un ringhio di rabbia, un ringhio selvaggio, crudo e arrabbiato. Ancora tentavo di camminare fallendo ancora ancora e ancora, cominciai allora ad aiutarmi con le braccia che mi diedero sostegno e un maggiore equilibrio. Mi lanciai contro un albero sfregando ripetutamente le unghia contro di esso e provai un forte istinto e bisogno di sfogo. L'unica cosa che volevo fare in quel momento era correre e l'avrei fatto, ma non prima di essermi tolta i vestiti. La felpa che avevo indossato, la sciarpa, i jeans stretti erano tutti impedimenti con non mi permettevano di muovermi velocemente come volevo. Senza nessuna cura mi strappai i jeans e la sciarpa, e tolsi la felpa sentendomi finalmente libera come volevo. Ero assolutamente incurante della presenza di Garrett e me ne ero quasi completamente scordata quando una folata di vento porto al mio naso il suo odore, così familiare, così marcato di lupo. Corsi velocemente e in meno di qualche secondo ero alle sue spalle. Sfogai un altro ringhio e cominciai a girargli intorno in posizione di attacco... L'unico motivo che mi fermava dall'attaccarlo era proprio il suo forte odore di lupo anziano. Non sentivo più niente, ne sentimenti, ne avevo pensieri, era tutto buio nella mia testa, ma riuscivo a percepire i pericoli, e Garrett ai miei occhi era un pericolo. Nonostante questo un solo suo passo falso e gli sarei andata addosso senza badare a cosa stessi andando incontro.
     
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    L'effetto delle erbe contenute nella pipa non si fece aspettare, ben presto il capogiro prese completamente la vecchia Monica che si ribellò alla vecchia se stessa. Garrett avrebbe voluto fermarla ma era tardi, la cucciola si strappò i vestiti e cominciò a dare libero sfogo ai suoi istinti. La prima parte del suo risveglio avvenne attraverso la scoperta di una rabbia primordiale, istintiva, inconscia. Strano, molti partivano con altro, lei aveva scoperto per primo quello che gli altri scoprivano per ultimo. Poco male, passata la parte più difficile sarebbero fuoriusciti altri istinti. Il problema venne quando l'aggressività di Monica si concentrò proprio su di lui. In uno scontro aperto avrebbe potuto farle male, quindi forse poteva puntare ad immobilizzarla fino al prossimo stadio del risveglio.
    -Calma Monica, questa fase passerà-
    A dire il vero Garrett non aveva addestrato molte donne, più che altro per una delle tante fasi che si dovevano attraversare nel risveglio, ma lo step della rabbia era perfettamente in grado di gestirlo. Fece qualche passo in avanti e si espose alla rabbia della cucciola che, come annunciato dalla sua postura, scattò all'attacco. La cosa migliore era farla stancare, motivo per cui Garrett non tentò neanche di parare i colpi di Monica, che impattarono contro il suo fisico statuario ferendolo ancora e ancora. Niente che un lupo anziano non potesse gestire. Alla fine, dopo lunghi minuti di pura furia omicida, Monica si ritrovò davanti il corpo ferito di Garrett, arricchito di unghiate, lividi e morsi. Proprio mentre riprendeva fiato, la cucciola venne presa da un nuovo aspetto dell'odore del lupo: il suo essere maschio e il suo essere single. I lupi erano animali monogami e potevano riconoscere l'odore di un'altra femmina, cosa che in quel caso era completamente assente. La parte più difficile era arrivata e il maestro lo lesse chiaramente negli occhi dell'allieva. Fortunatamente l'aveva fatta stancare, quindi avrebbe potuto benissimo fare la giusta resistenza per tenerla ferma. Però la verità era che per non ferire lei si era lasciato colpire un po' troppo duramente, motivo per cui si sentiva un po' stanco.
     
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  8. .valentìLP.
     
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    :monica:
    Fui estremamente felice di dar sfogo alla rabbia che avevo covato per così tanto tempo. Rabbia per mia madre, per mio padre, per tutto il popolo di Parigi, per chi non mi aveva accettata, per chi mi aveva trattata come una stupida, per chi voleva comandarmi e stare al di sopra di tutto... per Dracula. Di li a poco mi sarei ribellata a tutto quel groviglio di sentimenti e avrei fatto tutto questo su Garrett.
    Mi fermai mantenendo la posizione di fronte a lui guardandolo. Un leggero movimento di delle spalle che irrigidii maggiormente quando lo sentìì parlare. Ma quelle che sentii erano solo parole confuse, in sottofondo, velate dalla forte rabbia che provavo. Scossi la testa furente da sinistra a destra cercando di liberarmi da qualcosa, non sapevo cosa in particolare, ma di qualcosa tentavo di liberarmi. Non ci riuscii. Portai lo sguardo nuovamente su Garrett che fece un passo in avanti. Credevo che la mia posizione d'attacco lo avrebbe messo sull'attenti, che non si sarebbe esposto, che non avrebbe fatto un passo evitando così l'inevitabile, ma l'inevitabile successe so che se avessi avuto un briciolo di coscienza in quel momento, so per certo che non mi sarei mai perdonata quel gesto. Mi avventai su di lui, assestando colpi alla cieca e graffiandolo ripetutamente. Mordevo le sue spalle, la base del suo collo così perfetto, non esitando a sferrare colpi e morsi. Per tutto il tempo, non pensavo, agivo. Agivo e basta, basandomi e affidandomi a ciò che il mio istinto mi diceva, ovvero che quello che avevo davanti era un nemico. Ma i minuti passavano e Garrett non rispondeva, non si difendeva. Si limitava a subire e a subire ottenendo presto ciò a cui mirava. Mi allontanai da lui con il respiro affannato cominciando ad intuire che probabilmente non era qualcuno da attaccare. Bastò un momento, solo un piccolo momento, quello in cui percepii nuovamente il suo odore di maschio. Se a mente lucida avevo fatto parecchia fatica a controllare l'effetto che mi fece il suo tocco, adesso era incontrollabile. La rabbia stava pian piano scemando lasciando il posto ad un altro bisogno, il bisogno di lui e del suo corpo. Cominciai a vederlo con occhi diversi, mi avvicinai a lui strisciando il mio corpo contro il suo e mentre ancora una volta facevo di lui il perno del mio giro, lo annusavo di continuo e a tratti toccavo il suo torace così virile da provocare un desiderio sin troppo grande che nasceva da dentro di me. Stava diventando un impulso frenetico e un ulteriore bisogno di sfogo, anche se ben diverso!
    Non riuscivo a parlare ero completamente accecata e avevo la testa annebbiata da questa nuova me. O forse questa ero proprio io, e non l'avevo mai saputo.
     
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    In piena crisi ormonale, Monica si aggirava intorno a Garrett, sprizzando desiderio da tutti i pori. Benché fosse ancora fisicamente umana, la cucciola stava sperimentando cosa volesse dire lasciarsi andare ai propri istinti e fino a quel momento non era stato male. Era riuscita a sfogare una rabbia profonda, che le aveva permesso di togliersi un peso dal cuore. Però il suo corpo non era sazio e si era fatto più ardito, chiedendo un appagamento diverso. Garrett sapeva, vedendola girare intorno a lui, che gli stava chiedendo di prenderla, come tutte le lupe fanno con i propri compagni. Tuttavia proprio per quello lui aveva una possibilità di reagire, far passare quella fase senza che ci fosse un vero e proprio sfogo. Sarebbe stato difficile trattenersi anche per lui, ma alla fine sarebbe passata allo step successivo, come aveva fatto per la rabbia.
    Il lupo si rialzò, dolorante e ferito, pronto a fare ciò che andava fatto. Prese Monica e la sbattè contro un albero, non abbastanza da farle male ma solo per attirare la sua attenzione. Non avrebbe usato la forza, in quella fase c'era una sola cosa di cui lei aveva bisogno. Si slegò la cintura e le legò le mani con la schiena che poggiava sulla fredda corteccia
    -Presto ti passerà vedrai-
    Disse sedendosi davanti a lei. Nonostante tutti i tentativi successivi della ragazza di sedurlo, nonostante la cucciola sentisse tutti i pochi vestiti rimanenti pruderle e darle fastidio, Garrett si dimostrò paziente. Non potendo sfogare questa sua voglia, Monica rimase in quello stato per ben un'ora, fino a quando il desiderio parve calmarsi. Il cambiamento fu evidente, abbastanza da farlo capire al maestro che corse a slegare l'allieva e a rimettersi la cintura. La fase finale era molto semplice. Monica sentì l'irresistibile impulso di trasformarsi e poi partì nel bosco alla ricerca di cibo. La fame del lupo era il percorso che le mancava, poi sarebbe tornata cosciente di sé e del suo corpo dopo essersi ritrasformata davanti al maestro. Garrett la seguì a distanza, passando di albero in albero per vedere come se la cavava.
    Perfetto, descrivi la caccia e la preda come preferisci ^^ Termina dicendo che ti ritrasformi in umana davanti a Garrett, tornando pienamente Monica
     
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  10. .valentìLP.
     
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    :monica:
    L'immenso e soprattutto intenso calore che aveva invaso ogni parte del mio corpo, diveniva via via sempre più intenso. Dovevo avere Garrett. Era quello di cui avevo bisogno in quel momento, mi sarei così tolta di dosso quella sensazione e quel desiderio che non passavano. Ancora cercavo di conquistarlo ed attirarlo, cercando in tutti i modi di fargli capire che ero a sua disposizione. Ma questi non mi dimostrava nessun cenno di acconsentimento. E fu proprio perché non potevo, non volevo e non riuscivo ad arrendermi con lui che Garrett mi lanciò contro un albero. Allibita e sorpresa lo fissai fulminandolo senza tuttavia sovraccaricarmi di rabbia come poco prima. In quel momento c'era spazio nella mia testa e nel mio corpo per provare una sola emozione alla volta! Scossi la testa riprendendomi dalla botta che non mi aveva fatto poi così male, e seguii, perdendomi nei suoi gesti, le sue mani che slegarono la cintura che poi servì per legare me all'albero Maledetto! Lasciami andare! dissi in un urlo soffocato e rauco reso così da ciò che provavo in quel momento. Cercavo le parole dentro di me, e mi risultò parecchio complicato pronunciarle, tuttavia l'essere prigioniera, di Garrett e del mio desiderio, facilitò la pronuncia di quelle parole. Le dissi forzatamente, non lasciando con lo sguardo il suo torace nudo, il suo corpo snello e così dannatamente virile. Ancor più il trattarmi duramente aveva alimentato ulteriormente la fiamma che bruciava e divorava tutto ciò che andava contro il mio istinto che adesso era guidato essenzialmente dalla passione. Mi dimenavo cercando violentemente di liberarmi da quella morsa che mi teneva legata. Io, Monica, legata? Tenuta a bada? L'orgoglio, che adesso era del tutto inesistente, sarebbe stato l'unica cosa che mi avrebbe accecata.
    Persi anche il senso del tempo, persi il senso di tutto, memoria, ragione, cautela, buon senso. Chissà quanto tempo passai in quello stato... Perché Garrett non mi liberava? Perché preferiva vedermi soffrire e agonizzante? Ma in quei momenti, in quei lunghi lunghissimi momenti, l'uomo era per me la calamita. Passò davvero un eternità prima che il desiderio e la passione si affievolizzassero e si calmassero. La frustrazione e la consapevolezza che non avrebbe assecondato i miei desideri vinsero sul desiderio stesso. Ero stanca, ero distrutta e sconfortata, ma una cosa sola ormai poteva saziare il vuoto che Garrett aveva lasciato in me: il cibo. L'uomo si apprestò finalmente a liberarmi, mettendo la cintura al proprio posto. Come se fosse un'azione del tutto naturale, caddi a quattro zampe al suolo, realizzando che ero LIBERA. Agitai la testa e poi l'intero corpo. Dovevo liberarmi del mio corpo, dovevo trasformarmi sarei così stata sicuramente più abile e comoda nei movimenti. Stesso ritornello, stessa musica e stesse parole. Di nuovo lo stesso dolore lancinante che ogni volta sembrava spezzarmi in mille pezzi. Un dolore che ora più che mai pareva più intenso delle altre volte data la stanchezza che mi portavo già da prima. Finalmente terminata la trasformazione mi voltai a fissare Garrett ringhiando e nuovamente mi girai per poi cominciare a corre e correre senza pensare a nulla, anzi no, una cosa la pensavo ed era il cibo. Cosa dovevo cercare? Lepri? Cinghiali, cervi? Non m'importava, avrei sbranato qualunque cosa si muovesse. Continuavo a correre, finché, oltre a quello di Garrett che mi accorsi mi stava seguendo, percepii l'odore di un animale. Mi fermai di scatto girando la testa e fiutando l'aria. Mi abbassai furtivamente seguendo la scia dell'animale e cercando di evitare rumori che avrebbero potuto far fuggire l'animale. Un cervo! Un povero giovane cervo che aveva sicuramente perso la madre. Lo sfortunato destino di Bambi era quello di dover saziare la mia fame che in quel momento divenne più acuta. Il cucciolo era già abbastanza spaventato nel ritrovarsi da solo, quindi l'attenzione che serviva era maggiore. Non ero riuscita a ottenere niente da Garrett, il cervo me lo meritavo tutto, almeno quello!
    Nel momento stesso in cui Bambi era voltato nella direzione opposta alla mia, scattai all'attacco con una velocità che non diede al cervo nemmeno il tempo di realizzare e percepire il pericolo. Morsi il collo del cucciolo fino a quando non sentii più il battito del cuore, poi lo lasciai andare. Ne mangiai solo una parte, poi tornai indietro portando lo sguardo su Garrett. Ero sazia e ancor più stanca di prima e dovevo riposarmi. Scese da un albero avendo chiaramente inteso che per lui non ero più un pericolo, ne per lui ne per gli altri animali del bosco. Come feci a superare il dolore nel ritornare umana, non lo so... fatto sta che nonostante la stanchezza tutto stava pian piano tornando alla normalità. Anche io. La nebbia che mi offuscava la mente stava sparendo facendo tornare in me la lucidità. Mi facevano male tutte le ossa e i muscoli e sentivo il sapore amaro del sangue in bocca. Sollevai lo sguardo su Garrett che stava li a guardarmi. Sarebbe stato carino in quel momento avere dei vestiti addosso! Com'è andata? Mi sento così... stanca... dissi rannicchiandomi in me stessa cercando di coprirmi il più possibile. Che vergogna!
     
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    Se non altro era finita. Con la seconda trasformazione Monica era tornata perfettamente in sé, cosa che sollevò il morale di Garrett. Ancora una volta aveva compiuto un buon lavoro, guidando i cuccioli attraverso la loro immersione nella natura bestiale. Tirò un sospiro di sollievo alle parole della cucciola, prima di accorgersi quanto fosse bella priva di vestiti. Ricordò solo in quel momento di essersi portato la giacca apposta. Usando la sua velocità scattò in direzione del luogo in cui aveva lasciato i suoi indumenti e con altrettanta celerità tornò completamente vestito, per poi avvolgere Monica con la sua giacca. Le andava un po' larga, esattamente quello che le serviva per coprirsi il fondamentale.
    -Stai tranquilla, ti porterò alla mia tenda, ho qualche ricambio per le emergenze, questa mi sembra una di quelle. Abito fuori dal piccolo accampamento quindi nessuno ti vedrà. Se ti fossi fidata di me prima ora avresti tutti i vestiti ben piegati sotto un albero-
    Nonostante Garrett trovasse sempre una scusa per ironizzare sulla situazione, la sua inesperienza nell'addestrare lupe si stava per materializzare. Solitamente i suoi allievi affrontavano prima la fase sessuale che, non potendo essere sfogata, si trasformava in rabbia, non gli era mai capitato il contrario. La povera Monica non aveva avuto modo di sfogarsi e in quel momento, ad ogni passo che faceva seguendo Garrett, il suo odore, del quale era impregnata la giacca, la stuzzicava, suscitando in lei desideri intensi come quando stava esplorando la nuova se stessa. Sarebbe stata in grado di controllare un tale desiderio? Una sola cosa era certa, ad ogni passo che faceva i ricordi di quello che aveva fatto poco prima cominciavano a riaffiorare e, con essi, dubbi riguardo alla propria moralità. Era corretto comportarsi ancora come umani quando non lo si era e quando il proprio corpo esigeva qualcosa di diverso?
    Il duo arrivò alla tenda di Garrett. Era grande e delle più moderne, con un sacco di borsoni all'interno.
    -Non mi piace stare con gli altri, preferisco restare fuori dal gruppo, mi mette in soggezione essere con tante femmine che vanno in giro-
    La confessione nacque spontanea in un maestro che non sapeva nulla di quello che passava per la mente dell'allieva.
    Entrato nella tenda estrasse da un borsone un paio di pantaloni e una maglietta per Monica, non il massimo del look ma sicuramente qualcosa con cui coprirsi. Abbassando lo sguardo, Garrett notò di avere i pantaloni a pezzi, lacerati dalla furia della cucciola, poco male, se li sarebbe cambiati più tardi.
    Al centro della tenda vi erano pezzi di stoffa ammassati a formare una specie di letto, con un cuscino rudimentale per poggiare la testa. Un modo di vivere sicuramente molto spartano. Solamente dopo aver dato i vestiti alla cucciola, il lupo si sdraiò appena sul suo letto, stanco e dolorante. Non guardò neppure se la lupa avesse accettato i vestiti e se li fosse messi, non sospettava di nulla. Guardava il soffitto e rifletteva.
    -E' stato un buon inizio, domani continueremo l'allenamento-
    Povero Garrett, cosa lo aspettava?
     
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    Ero già ricoperta dalla vergogna, ma quando mi accorsi dello sguardo di lui, mi sembrò di morire dentro mille e più volte. Non mi ero mai ritrovata nuda di fronte ad un ragazzo, per di più sconosciuto! Velocemente Garrett corse per poi tornare da me con una giacca di molte taglie superiore alla mia misura. Ne approfittò per rivestirsi e coprirsi, il che mi dispiacque perché ammirare i suoi muscoli così perfetti e... Che diavolo?! Mi infilai la giacca turbata profondamente dai miei pensieri che cadevano sullo sconcio, e mi alzai. Ero ancora tutta dolorante, ma alla fine riuscii a ristabilire l'equilibrio. Annuivo alle parole che mi stava rivolgendo, abbozzando un leggero sorriso alla sua ultima frase Non mi fido mai delle persone, tanto meno degli sconosciuti... dissi rivelandogli una delle colonne che formava il mio carattere. Odiavo dovermi fidare di qualcuno che poi sapevo mi avrebbe deluso. Mi fidavo di me stessa, e per me, era già abbastanza.
    Seguivo Garrett che mi stava portando verso la sua tenda, non era la strada per andare al territorio del branco... Mi mantenevo sempre a qualche passo di distanza dietro di lui e stringendomi la sua giacca intorno al corpo, nascondevo naso dietro il colletto, inebriandomi del fortissimo odore suo di cui la giacca era piena. Strinsi i denti e serrai la mascella cercando di controllare il forte impulso che mi suggeriva di saltargli addosso e altre cose che non sto qui a dire... Inevitabilmente quel profumo faceva riaffiorare ricordi, ricordi legati alle ore precedenti di oblio totale. Mi apparvero come dei flash... la scena dove lo aggredivo sferrandogli graffi e morsi senza nessuna pietà; la scena di quando gli facevo la corte, tentando di attirarlo a me; quando mi legò all'albero; il doloroso momento della trasformazione; la caccia e la piccola preda innocente di cui mi cibai. Tutto diventava sempre più chiaro, la foschia e la nebbia della mente, lasciavano il posto alla lucidità e alla memoria che pian piano stava riportando a galla tutti i minimi particolari. Mi morsi il labbro inferiore ricordando il vuoto nei miei occhi e riconoscendo che adesso non potevo considerarmi un umana a metà. Ero un animale, con gli istinti di un animale e con i bisogni di un animale. Gli avevo fatto del male senza un reale motivo, e lui si era fatto avanti per farmi sfogare, e adesso portava tutti i risultati di quella scelta. Ero dispiaciuta e mi presero vagamente i sensi di colpa. Volevo parlargli e scusarmi, ma non riuscii a parlare rimanendo così in silenzio, ma non era uno di quei silenzi imbarazzanti, piuttosto un silenzio di riflessione. Poco era cambiato riguardo al mio desiderio di volerlo ancora, adesso avevo solo la coscienza e la scelta di seguire o no quell'istinto selvaggio e naturale che era in me. No! pensai accarezzando la giacca. Mi sarei accontentata di quel suo profumo che mi scioglieva ogni insicurezza e resistenza. Pensavo alla mia natura animale e agli istinti che portava con se. Ero tartassata dal dubbio, e mi ritrovavo di fronte un bivio: dovevo continuare, nonostante quest'esperienza, a comportarmi come la Monica normale che ero sempre stata? O dovevo cambiare e dar retta al lupo che era ormai parte integrante di me? Forse dovevo fare entrambi, forse dovevo trovare un punto d'incontro fra questi due modi d'essere a cui non potevo rinunciare, ad uno per un motivo all'altro per un altro...
    Quando arrivammo alla tenda, mi guardai intorno ormai certa di essere fuori dall'accampamento degli altri lupi. Perché una scelta simile? Perché isolarsi dal branco? La risposta mi giunse subito, e rimasi sorpresa da quelle parole. Soggezione? Il pensiero mi sorse poi spontaneo... io lo mettevo in soggezione? Che persona strana. Che intendi per soggezione? Per caso... non ti senti a tuo agio con loro? domandai stranamente in ansia per la risposta che avrebbe dato, ovviamente tra le "femmine" che lui aveva citato c'ero pure io. Strano che un bell'uomo come lui potesse sentirsi in quel modo... Lo seguii nella tenda osservando il suo corpo che si piegava per prendere poi gli indumenti che avrei messo. Me li posò ai piedi e guardò i jeans laceri a causa mia, tuttavia non riuscivo a fargli le mie scuse, d'altronde il rischio di fare quel che lui faceva per i cuccioli era quello e di certo io non potevo scusarmi per quel che, proprio Garrett, aveva fatto emergere tirando fuori quella pipa. Quando mi diede i vestiti si buttò su un ammasso di stoffe sistemati a mo di letto, che dall'aspetto sembrava molto comodo. Gli avevo sicuramente lasciato qualche livido data la sfuriata e la foga che avevo messo nel momento in cui lo attaccai. Accettai i vestiti mettendoli velocemente e lasciandomi tuttavia ancora la sua giacca addosso, poi mi sdraiai anche se mantenendo un certo distacco da lui M'imparerai a fare a pugni? dissi ironicamente rispondendogli. Sicuramente mi avrebbe insegnato a combattere, cosa che mi portò a pensare al ragazzo volante. Avrebbe imparato a volare anche a me?
     
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    -Mi mettono in soggezione le femmine perché mi distraggono in battaglia, un guerriero non ha bisogno del sesso. Tuttavia il lupo che è in me sente bisogni diversi, motivo per cui tendo a isolarmi dalle tentazioni-
    Monica si sdraiò accanto a lui, poco distante ma abbastanza per essere guardata e toccata all'occorrenza. Il maestro si prese qualche secondo per valutare le condizioni dell'allieva. Fisicamente sembrava ancora scossa dalla sua esperienza, eppure c'era qualcosa di strano in lei.
    Garrett era distrutto ma cominciò a sospettare qualcosa. Monica si era messa i suoi vestiti ma si era tenuta la giacca, continuando a comportarsi come se volesse tenerla. La annusava, vi si stringeva e sembrava in qualche modo attratta da essa. Uno strano dubbio si insinuò nella mente del lupo e, non appena fece la sua comparsa, un'altra parte di lui si ritrovò a reagire. Ecco il motivo per cui si teneva lontano dalle femmine. Il suo corpo reagiva alla loro presenza.
    Si rialzò, mettendosi a sedere per nascondere una determinata parte dei suoi pantaloni
    -Si, ti insegnerò come sopravvivere in uno scontro, da lì in poi dovrai farti la tua esperienza-
    Disse cercando di sviare il discorso dalla situazione imbarazzante. Da lungo tempo combatteva la battaglia che stava combattendo Monica.
    La cucciola stava cominciando a pagare la sua giovane età. Essere nella tenda di Garrett, dove tutto aveva il suo odore, si era rivelata una scelta poco saggia. Il desiderio stava esplodendo oramai in lei. Il lupo poteva cercare di trattenersi per via della sua veneranda età ma lei era una cucciola. Fin tanto che fosse rimasta lì, e probabilmente anche dopo, il desiderio l'avrebbe consumata. Il problema di Monica si trasferì sulla sua pelle e, in seguito, nel suo odore. Il nuovo profumo della cucciola non sfuggì a Garrett. A piene narici il lupo inspirò il desiderio di Monica.
    -Tutto bene?-
    Chiese ironicamente.
     
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  14. .valentìLP.
     
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    Lo ascoltavo scettica, pensando a quanto fosse strano il suo ragionamento, tuttavia non volevo soffermarmi sull'argomento anche perché non ero il tipo con cui parlare in modo diretto di queste cose Capisco.. dissi dunque liquidando in quel semplice modo la discussione, sicura che non saremmo più tornati sull'argomento. Non mi ero mai ritrovata a parlare di cose come quella con un uomo non solo più grande di me, ma per giunta mai visto prima. Odiavo le situazioni imbarazzanti, mi facevano sentire stupida e fuori luogo, e in quell'esatto momento mi sentivo una perfetta stupida che voleva andarsene di li al più presto, eppure che fosse la stanchezza o qualcos'altro mi suggeriva di rimanere la.
    Garrett scattò a sedere poco dopo ed io cominciai a dubitare che la mia presenza in quella tenda fosse gradita, o meglio opportuna... Mi chiedevo inoltre se gli avevo in qualche modo recato fastidio e disagio, certo, quest'ultimo era ormai evidente che entrambi in quantità diverse ne avevamo, ma sospettavo che il lupo cominciava a comprendere la situazione che si stava venendo a creare. Ringraziai il cielo, la terra e tutto ciò che si poteva ringraziare per il fatto che Garrett parlò spezzando quel momento di silenzio assoluto che si era venuto a creare, dopo il discorso di poco prima Benissimo, non vedo l'ora... dissi con voce quasi spezzata e stanca, massaggiandomi gli occhi con il pollice e l'indice della mano destra. Poi feci un mezzo sorriso, divertito al ricordo M'imparerai mica a volare come a quel ragazzo?! domandai retoricamente ironizzando un po il tutto. Come riuscivo a trovare il senso dell'umorismo in un momento come quello? Era forse il disperato bisogno di nascondere ciò che ormai Garrett aveva perfettamente capito? Un problema come quello andava risolto alla svelta, motivo per cui, dovevo uscire dalla tenda e togliermi almeno la giacca che mi tenevo stretta come un ricordo di qualcuno che non c'era più, ebbene Garrett c'era, c'era eccome, quindi dovevo liberarmi di quel suo fortissimo odore che ormai mi si era attaccato anche alla pelle... Non potevo certo negare a me stessa di desiderarlo, ma dovevo trattenermi nonostante mi stava costando energia e sforzo psicologico. Mi identificai come un'adolescente in piena pubertà, in preda ai suoi ormoni... ebbene io stavo vivendo la stessa situazione amplificata quattro volte tanto! Portai il dorso della mano a coprirmi gli occhi, forse il non guardarlo avrebbe attutito un po il problema, ma la sua voce sembrò "risvegliarmi". Mi chiese se andava tutto bene nonostante sapesse benissimo che niente in quel momento andava come doveva, ma per lo meno non me lo faceva pesare. Non spostai la manda dagli occhi, arrossii alla sua domanda e mossi la bocca in un sorriso quasi amaro Temo di no Garrett, ma mi piacerebbe tanto che lo fosse... dissi sinceramente. Poi feci un respiro profondissimo Sai quanto durerà tutto questo? gli domandai in tono più serio e freddo. Era dura affrontare e combattere la mia stessa volontà, soprattutto per me che ero fondamentalmente rigida e perennemente orgogliosa.
     
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    Il problema di Monica fu subito chiaro a Garrett a partire dalla sua domanda. Il problema principale stava nel dare la risposta, una di quelle che non si vorrebbe sentire perché impone qualcosa che non tutti sono in grado di sopportare. L'uomo tornò dalla ragazza, continuando a cercare le parole adatte e maledicendosi per non essere un grande oratore. Probabilmente Lucian avrebbe trovato un modo meno duro e brusco per dirle la verità.
    -Non passerà-
    Lanciata la bomba, tanto valeva raccontare anche il resto, la parte più difficile era passata
    -Non passerà fino a quando non appagherai il desiderio, come per la rabbia e come per il cibo, questa è la legge della natura, e non sto parlando di uno stuzzichino ma di un pranzo da re-
    In un certo senso si sentiva in colpa, per i maschi era più facile trovare una compagna con cui sfogarsi ma per le lupe doveva essere qualcosa di diverso, entravano in gioco morale e orgoglio, cosa che rendeva tutto più difficile.
    Abbassò lo sguardo, preso dai sensi di colpa, in quella situazione ce l'aveva cacciata lui e non era in suo potere sollevarla dal problema, la scelta avrebbe dovuto essere sua.
    -Cosa farai?-
     
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24 replies since 18/1/2013, 11:21   329 views
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